Amministratore | Articoli | 03/08/2014 | PDF

Le fasce manutentive ed i treni della mattina

Si chiamano IPO e sono il motivo per cui su molte linee ferroviarie non circolano treni dalle 9 alle 12 circa, creando buchi spaventosi nell'orario regionale. Ma a cosa servono queste IPO? Si fa davvero così tanta manutenzione da dover chiudere tutte le linee per 3-4 ore al giorno? Non è proprio possibile avere treni in quegli orari?

Cosa sono le IPO

IPO è un termine tecnico di RFI per indicare i periodi della giornata in cui è prevista attività di manutenzione lungo le linee. Si chiamano "Interruzioni Programmate in Orario" perchè in corrispondenza della fascia manutentiva si programma una corrispondente interruzione dei servizi, e questo già in fase di stesura degli orari ferroviari. Questa interruzione è valida nei giorni stabiliti in fase di pianificazione dell'Orario ferroviario e ne diventa parte integrante. Attenzione: l'IPO è programmata ogni giorno, ma non è detto che poi ci sia bisogno di effettuare manutenzioni. Magari in quelle 3 ore si fa solo una ispezione di mezz'ora; spesso non accade niente del tutto. Le IPO sono come delle prenotazioni: se RFI non ha lavori da fare i treni stanno fermi per niente.

Conseguenze sui servizi

Sarà chiaro a tutti che questo metodo di programmazione è molto impattante sui servizi. La parte cadenzata dell'orario veneto si estende all'incirca dalle 6:00 alle 20:00, quindi per 14 ore: una chiusura delle linee di 3 ore significa ridurre di un ulteriore 20% l'orario coperto dal servizio. Senza contare che la IPO di un tratto di linea si ripercuote lungo tutta la rete, con un ritardo pari al tempo di percorrenza dei treni: se salta il RV Bologna - Venezia delle 11.20, a Padova viene a mancare l'RV per Mestre delle 12.47, e così via per tutte le relazioni. Quello che ne risulta è un orario pieno di buchi, dove la tarda mattinata è quasi sempre scoperta con ripercussioni anche all'ora di punta dopo mezzogiorno.

Alcuni esempi riguardanti gli orari di partenza nei giorni feriali: da Treviso a Portogruaro, niente treni fra le 9:31 e le 13:31; da Rovigo a Chioggia, niente treni fra le 9:15 e le 13:15; da San Donà di Piave a Venezia, niente treni fra le 10.42 e le 13.01; da Calalzo a Ponte nelle alpi, niente treni fra le 9:43 e le 12:43.

Ma servono davvero le IPO?

Ovviamente le IPO sono nate per un motivo, ovvero quello di garantire la possibilità di intervento e regolare manutenzione da parte del gestore dell'infrastruttura. Per avere la massima flessibilità organizzativa si è scelta una soluzione radicale che non ha eguali in Europa, ovvero quella di sospendere del tutto la circolazione nelle fasce in cui forse ci potrebbe essere bisogno di fare manutenzione. "Forse", abbiamo scritto: già, perchè - è bene ripeterlo - non è che si faccia vera manutenzione per tre ore ogni giorno. Il principio è questo: intanto chiudiamo le linee, poi se serve gli operai hanno già campo libero. Comodo per RFI, ma di fatto per la maggior parte del tempo i servizi sono cancellati senza motivo. E i cittadini? Pazienza.

Non esiste una soluzione meno draconiana? L'orario 9-12 sarà anche uno dei meno critici in termini di spostamenti studenteschi e dei lavoratori degli uffici, ma in nessun paese moderno si programmano i servizi solo guardando agli studenti; per i cittadini sarebbe utile avere almeno qualche treno anche in quella fascia. E infatti le linee S lombarde non hanno nessuna interruzione dovuta alle IPO: eppure corrono su rete RFI, come è stato possibile?

Servono le IPO notturne!

La soluzione è relativamente semplice: spostare la manutenzione nelle ore notturne, ed è esattamente la soluzione che già oggi adotta RFI nel caso delle linee S lombarde ed in altre parti d'Italia (ad esempio lungo la Tirrenica Sud). Ovviamente è una soluzione costosa, perchè (giustamente) il lavoro notturno degli operai costa di più. Va ribadita però una cosa: anche se le linee chiudono causa IPO per 3-4 ore ogni giorno, le ore effettive di manutenzione sono molte di meno: i costi aggiuntivi si devono calcolare sulle reali ore di lavoro, che non sarebbero certo 3 ogni notte. Anzi, questo aspetto economico potrebbe spingere il gestore dell'infrastruttura, RFI, ad ottimizzare ulteriormente gli interventi di manutenzione.

Esiste un altro ostacolo, forse secondario rispetto a quello economico, ovvero il fatto che alcuni tipi di manutenzione per questioni di sicurezza e di efficacia hanno bisogno dall'illuminazione diurna, ad esempio le ispezioni visive della linea aerea. Anche qui si tratta di un problema di pianificazione: ogni quanto tempo va ispezionata la linea aerea? Di sicuro non tre ore al giorno, ogni giorno. E se lo si facesse di domenica, soltanto quando serve? Certo, potrebbero esserci interferenze con la circolazione, da risolvere con sospensioni mirate. Anche qui chiediamoci: è meglio chiudere tutte le linee ogni giorno per 3 ore per una manutenzione che spesso neanche si fa, oppure sostituire con autocorse un paio di treni solo nel giorno dell'ispezione (pianificata e necessaria)?

Aggiungiamo anche il fatto che alcune lavorazioni potrebbero essere troppo rumorose per essere eseguite di notte. Vero, ma quali lavorazioni? Rincalzatura dei binari, demolizione di impianti, scavi... quanto spesso avvengono queste lavorazioni? Ogni mese? Ogni anno? C'è bisogno di chiudere le linee ogni giorno, oppure anche per queste si potrebbero pianificare delle interruzioni mirate e diluite nel tempo?

Cosa risponde RFI?

La questione delle IPO ovviamente non è nuova, e di solito i discorsi finiscono con un banale "si è sempre fatto così" che non significa nulla. Recentemente la questione è anche approdata sulla stampa, con un articolo del Corriere del Veneto a cui abbiamo collaborato anche noi. Il giorno seguente è comparsa sullo stesso giornale la risposta di RFI, che oltre a spiegare e difendere il meccanismo delle IPO sembra comunque manifestare una certa disponibilità ad affrontare il problema.

Interessante l'osservazione di RFI secondo cui "nella fasce orarie 'incriminate' non risultano da parte della Regione richieste di convogli", ovvero le IPO ci sono dove i treni non girano. Però l'orario regionale è stato elaborato insieme a Trenitalia, e Trenitalia scrive gli orari partendo dal presupposto che le IPO ci siano e non si possano modificare. Un cane che si morde la coda; o forse dovremmo semplicemente dire il solito scaricabarile. RFI comprensibilmente non ha interesse a modificare le proprie tradizioni, soprattutto se l'alternativa è più impegnativa; Trenitalia si comporta come un semplice fornitore pagato che non ha interesse a modificare le pianificazioni altrui; e la Regione Veneto trova in quelle 3 ore di chiusura la motivazione naturale per risparmiare 3 ore di servizio regionale, aspetto non secondario visto che la tendenza di questa Amministrazione è quella di investire il minimo possibile nel trasporto su ferro.

Chi è insomma che deve attivarsi? La struttura delle IPO è molto rigida e predeterminata, tanto da comparire a livello ufficiale nel PIR - Piano Informativo della Rete, il documento con cui RFI descrive le caratteristiche della propria rete per eventuali operatori che volessero accedervi. Lo schema nazionale delle IPO è oggetto di una planimetria dedicata (la 14 nell'edizione 2011; purtroppo nella versione 2014 del PIR le planimetrie non sono ancora state pubblicate). Le IPO pertanto vengono presentate da RFI come un "dato di fatto" che caratterizza l'infrastruttura, e quindi sta alle imprese private o ai committenti di servizio pubblico (le Regioni) andare a contrattare degli aggiustamenti, ovviamente rendendosi partecipi dei maggiori costi che ne derivano.

La Regione Veneto cosa fa?

Qualunque problema si affronti torniamo sempre allo stesso punto: stante la legislazione nazionale dal 1998 ad oggi, la pianificazione ed il finanziamento dei servizi ferroviari regionali spettano alle Regioni. Per avere dei treni regionali nelle fasce IPO bisogna che sia la Regione a chiederlo ed a finanziarli, cosa che finora non è successa (la Lombardia invece lo ha fatto).

Come abbiamo visto RFI si è dichiarata disponibile a sedersi ad un tavolo per valutare eventuali proposte, quindi ora è il turno della Regione. Quello dei treni nelle fasce mattutine è un altro argomento di cui è responsabile l'Assessore Renato Chisso.