![]() Una volta si chiamava "ottimizzazione", ovvero migliorare i servizi mantenendo costanti i costi. Oggi in Veneto si parla di "efficientamento", ovvero "risparmiare usando la scure". Non è un'articolata (quanto oscura) spiegazione di un atroce neologismo tratta dall'ultima edizione dello Zanichelli, bensì la definizione data dall'assessore Chisso in un suo comunicato per giustificare la chiusura di 10 delle 21 biglietterie della Direzione Trasporto Regionale del Veneto. Stessa parola usata agli inizi di luglio quando di punto in bianco sono stati tagliati 27 treni regionali dalle linee secondarie. Infatti, dal 1° gennaio 2012, chi volesse comprare un biglietto ad Adria, Calalzo, Camposampiero, Cittadella, Cornuda, Legnago, Noale, Nogara, Schio e Vittorio Veneto avrà come alternativa gli esercizi convenzionati in zona (bar, tabacchi, giornalai,...) oppure, negli orari di chiusura di questi, solamente le poche postazioni self service presenti in stazione. Un po' meglio va in altre stazioni (Feltre, Monselice, Montebelluna, San Bonifacio e Thiene) dove la chiusura delle biglietterie non sarà totale, ma vi sarà una drastica riduzione dell'apertura che sarà di due soli turni quotidiani, tranne a Thiene dove sarà uno solo. Queste misure permetteranno alle casse venete di risparmiare circa un milione di Euro ogni anno (ogni turno di sportello costa, da Contratto di Servizio, 317,70€, con un minimo di 22 turni feriali mensili), poca cosa se si pensa all'intero importo complessivo versato dalla Regione per il servizio ferroviario, ma una notevole voce di spesa ridotta in tempo di crisi. L'Assessore alla Mobilità, già bersagliato in questi giorni da numerose critiche dovute ai continui ritardi e all'impietosa situazione del materiale rotabile spesso guasto o non sufficiente a trasportare tutti i viaggiatori, mostra indignazione per questa novità che colpirà le ferrovie venete dall'anno nuovo e avanza precise richieste per sopperire all'assenza di personale nelle stazioni: "Pretendo due cose - e ho scritto in proposito a Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana - che ci sia almeno una emettitrice automatica di ultima generazione, in grado di fornire qualsiasi tipo di biglietto e abbonamento ferroviario (posso sorvolare su quello annuale); che gli edifici, di fatto abbandonati, vengano ceduti in comodato ai Comuni, in modo che possano restare vivi ed essere utili alla comunità" L'atteggiamento di Chisso è inopportuno e ambiguo e ciò viene evidenziato dalla posizione ufficiale assunta dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che dice: "L'apertura e la chiusura delle biglietterie, come l'istituzione o la cancellazione di corse ferroviarie, competono infatti alla Regione nella sua veste di ente finanziatore e committente di tali servizi. E' evidente che le scelte compiute dalla Regione sono coerenti alle effettive risorse che l'amministrazione regionale può destinare a tale settore e sono, ne siamo certi, orientate a dare le migliori risposte possibili agli utenti, sempre in coerenza con tali risorse." Par di capire, dunque, che mentre Chisso dice peste e corna di Trenitalia affermando di avere "armi piuttosto spuntate di fronte ad un gestore di fatto monopolista" col quale disdirebbe volentieri il contratto se ce ne fosse la possibilità, siano gli uffici da lui stesso coordinati, in nome di un tanto proclamato "efficientamento" (sic) delle risorse a chiedere il taglio dei turni del personale di biglietteria. Non c'è altro da aggiungere: un vero comportamento alla Dottor Jekyll e Mister Hyde! E infatti l'assurdità di tutta questa vicenda non si ferma qui: dopo aver richiesto e ottenuto la chiusura delle biglietterie per risparmiare, l'amministrazione si inventa "una proposta di legge che preveda il viaggio gratuito qualora non funzionino le emettitrici automatiche delle biglietterie che chiudono". Forse sarebbe il caso di pensare prima a queste cose e non a giochi fatti, proponendo soluzioni di dubbia qualità amministrativa.
Anche altre parti politiche si sono mobilitate per far fronte a tutto ciò: Gennaro Marrotta e Antonino Pipitone dell'IdV chiedono di valutare azioni legali contro Trenitalia a tutela dei veneti, ripetendo però il consueto gioco di citare Trenitalia per responsabilità non sue. Assessore: purtroppo la vicenda delle biglietterie giunge ultima in ordine di tempo e va a sommarsi a numerose altre situazioni che sono state gestite in maniera superficiale e grossolana, per non dire addirittura da principianti: dall'SFMR atteso da un decennio e venduto come soluzione universale a tutti i mali (salvo essere solo un'etichetta su una scatola vuota), all'integrazione tariffaria che non si è mai realizzata, dalle annuali multe a Trenitalia al nuovo Contratto di Servizio firmato senza un contraddittorio per la durata di sei anni più l'opzione per altri sei, dalla gestione confusa del progetto per l'Alta Capacità fra Venezia e Trieste alla mancanza di volontà nella riorganizzazione delle aziende di trasporto pubblico locale. Per non parlare dall'annosa precaria problematica, lungi dall'essere risolta, di ritardi e soppressioni di treni che ormai è all'ordine del giorno e non fa più notizia. *ad onor del vero, Trenitalia non è esattamente il fornitore più affidabile e rispettoso degli impegni che possa venire alla mente, ma il caso delle biglietterie è nato da un'esplicita richiesta della Regione Veneto.
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|