Davide | Articoli | 22/01/2012 | PDF

Casarsa - Portogruaro verso il "potenziamento"

Secondo gli ultimi roboanti annunci dei politici questa piccola linea dovrebbe diventare uno snodo cruciale per il traffico ferroviario europeo... ma sarà poi vero? Ecco la storia.

VENEZIA - La notizia è dell'8 gennaio scorso: RFI investirà 50 milioni di euro per elettrificare la Casarsa - Portogruaro, linea secondaria a binario unico che connette le due direttrici Venezia - Trieste e Venezia - Udine; 21 kilometri di binari che costituiscono una delle uniche due linee non elettrificate della rete friulana, insieme alla Sacile - Osoppo.

Di per sé sarebbe una buona notizia...
Il traffico sulla linea è quasi unicamente di tipo regionale, con 13 coppie di treni al giorno più una coppia di autobus. Il servizio è affidato alla Divisione Trasporto Regionale (DTR) Friulana di Trenitalia; dal 2007 si svolge unicamente con 5 Minuetti diesel appositamente acquistati ed in carico al deposito di Trieste. Elettrificare la linea consentirà di utilizzare anche mezzi elettrici al pari del resto della rete, consentendo una migliore organizzazione della manutenzione e maggiore flessibilità in caso di sostituzioni per problemi al materiale.

Già, i problemi al materiale: sono sempre più frequenti i disagi sulla linea, e sulla stampa è apparso il seguente commento di Trenitalia: "I disagi di questi giorni sono da imputare ai problemi di disponibilità dei mezzi e alla loro necessaria manutenzione in quanto i treni sono vecchi." Come sarebbe a dire che i treni sono vecchi...? I Minuetto sarebbero vecchi? Sono treni costruiti a partire dal 2003, il più vecchio ha meno di 10 anni, pertanto sono fra i treni più moderni di Trenitalia! Qualcosa non torna... adesso forse elettrificheranno la linea, ma se la manutenzione continuerà ad essere a questi livelli, c'è poco da sperare per i passeggeri. E infatti l'Assessore inizia a minacciare la disdetta del contratto...

Solo elettrificazione?
50 milioni per elettrificare 21 km sembrano un po' tanti, visto che per la Ascoli - San Benedetto del Tronto si parla di 10 milioni per 28 km; d'altra parte la linea attualmente ha dei vincoli relative al peso dei treni circolanti: è infatti classificata in categoria C3, ovvero con un limite di 20 tonnellate per asse (80 t per carro), su uno standard nazionale di 22.5 t/asse (90 t per carro), con limitazioni aggiuntive di velocità a 55 km/h per treni più pesanti di 18 t/asse. Insomma, un tipico treno merci su quella linea oggi non potrebbe passare, ma neppure buona parte dei convogli passeggeri nazionali e regionali. Nei 50 milioni di cui si parla potrebbero essere compresi anche lavori alle opere d'arte (ponti ed altro) e la sostituzione delle rotaie, ma non è stato specificato.

La stazione di Teglio Veneto nell'estate del 2011: forse non è l'elettrificazione il problema principale...

Il corridoio europeo e altre amenità
Abbiamo parlato di treni merci e passeggeri perché alla notizia dei lavori la Regione Veneto si è affrettata di parlare di "Corridoio Baltico-Adriatico" e "nuove opportunità che offre l'Europa". In pratica, dopo la figuraccia rimediata nell'ultimo anno con la disastrosa gestione della questione TAV, l'assessore Renato Chisso tenta di spacciare dei lavori su una linea secondaria friulana come una grande opera in grado di creare enormi livelli di sviluppo in Veneto.

Peccato però che ad oggi ancora non esista un treno diurno che colleghi Venezia a Vienna. Zero treni, solo autobus. Elettrificare la Casarsa servirà a modificare questa situazione? Come bugia è ben poco credibile. E se anche fosse... che ce ne facciamo? Dirottiamo i treni giù verso Portogruaro, allungando il percorso e tagliando fuori Treviso, Conegliano e Pordenone? Altro che "adeguamento all'Alta Velocità", questo è l'ennesimo annuncio propagandistico: si prende un lavoro edilizio, anche modesto, gli si da un nome altisonante, e si promettono mari e monti ai cittadini. Poi uno va in stazione e il treno non c'è o è soppresso, ma pazienza.

E sul versante delle merci? Un corridoio alternativo fa sempre bene, il problema è: alternativo a cosa? Un percorso Udine - Casarsa - Portogruaro - Mestre avrebbe il doppio difetto di saltare lo scalo merci di Cervignano, ed entrare a Mestre dai binari più affollati, quelli che con molta fatica si sta cercando di "sbloccare" in questi mesi con i lavori alla Gazzera.
Si potrebbe pensare ad un percorso Cervignano - Portogruaro - Treviso... ma a che pro, dato che già esiste la linea diretta Portogruaro - Treviso, riaperta ed elettrificata da pochi anni, e che la Regione ha annunciato che non è necessario raddoppiare?
Insomma, la Casarsa - Portogruaro più avere un benefico effetto di "linea di riserva", ma difficilmente rappresenterà un asse fondamentale per lo sviluppo del Nordest, e probabilmente non è neppure una priorità.

Molto più sensati i progetti di potenziamento del traffico regionale; come già detto, elettrificare la linea potrebbe migliorare la gestione del materiale sia in condizioni ordinarie che in caso di guasti ed altre emergenze. Si parla addirittura di costruire una piccola "lunetta" a Casarsa per collegare direttamente Portogruaro a Pordenone con un servizio frequente ed affidabile. Non a caso i sindaci si lamentano dei disservizi lungo la linea, più che della mancanza di nuovi collegamenti col Nord Europa; insieme ai due assessori regionali Chisso e Riccardi ne discuteranno lunedi 23 gennaio al municipio di San Vito al Tagliamento.

Altri interventi necessari e possibili
In conclusione, come dicevamo, una buona notizia che potrebbe portare utili miglioramenti nella gestione dei materiali e del servizio in generale, a patto che poi l'impresa ferroviaria sappia approfittarne; stona moltissimo il fatto che Trenitalia lamenti un così alto numero di guasti su treni che hanno sei-sette anni di vita e che vengono già definiti "vecchi" insieme alla richiesta di nuovi convogli. Questa situazione non è normale, ed il problema sta nell'impresa ferroviaria, non nell'elettrificazione della linea. Staremo a vedere come evolverà la situazione fra Regione Friuli e Trenitalia.

Per quanto riguarda la Regione Veneto invece, ancora una volta ci piacerebbe che si parlasse meno dei "grandi corridoi" e più dei problemi reali dei viaggiatori. Peraltro, invece di porre tanta enfasi sull'elettrificazione di una linea a gestione friulana, sarebbe il caso di chiedersi quanto verranno attuati simili interventi anche nella nostra regione: la Mira Buse - Piove di Sacco, la Bassano - Cittadella - Camposampiero, la Isola della Scala - Cerea, sono tutte linee diesel corte ed "isolate", la cui elettrificazione potrebbe consentire sensibili passi in avanti sul piano dei servizi attivabili. Per non parlare del raddoppio del ponte sul Brenta a Vigodarzere (inspiegabile strozzatura su una linea a doppio binario elettrificata), il raddoppio della Maerne - Castelfranco - Bassano... insomma, ce n'è da fare. Cinque milioni di Veneti aspettano interventi concreti, treni che li portino all'università, al lavoro o a teatro, non "corridoi" e maxiopere.