Davide | Articoli | 03/06/2012 | PDF

Il Veneto e le multe a Trenitalia: cornuti e mazziati

Anno dopo anno i treni non funzionano, anno dopo anno Trenitalia viene multata... per chi deve andare al lavoro, già era una magra consolazione pagare meno per un treno che non arriva, adesso scopriamo che Trenitalia ha pure lo sconto sulla multa...

Il 19 aprile scorso abbiamo pubblicato la notizia (http://www.ferrovieanordest.it/portale/node/710) nella quale riportavamo la decisione della Regione del Veneto di irrogare anche quest'anno una sanzione del valore di oltre un milione e mezzo di Euro a Trenitalia, per inadempimenti vari rispetto ai parametri di puntualità e soppressione di servizi. Nell'articolo ci siamo soffermati sulle modalità di restituzione della multa ai pendolari attraverso sconti sugli abbonamenti e non abbiamo risparmiato critiche sulle modalità di determinazione dell'importo della sanzione, sulle tempistiche del provvedimento e sul riutilizzo di queste multe che avrebbe potuto risultare in un servizio migliore se investito in maniera diversa.

Tuttavia abbiamo voluto tornare sull'argomento in quanto nel Bollettino Ufficiale Regionale n.36 dell'8 maggio 2012 è stata pubblicata la Deliberazione della Giunta Regionale n.596 del 17 aprile 2012 - "Monitoraggio della qualità del servizio di trasporto ferroviario svolto da Trenitalia S.p.a. sul territorio regionale. Applicazione sanzioni 2012".(http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/Pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=239623) e c'è qualcosa che ci ha lasciato davvero perplessi.

Nella lunga premessa alla parte dispositiva dell'Assessore Renato Chisso leggiamo in termini burocratici tutti quegli aspetti positivi del provvedimento che vengono copiosamente pubblicizzati ogni anno. Nello stabilire le modalità di irrogazione delle sanzioni viene scritto:
"Con il presente provvedimento si propone di stabilire, come avvenuto nei precedenti anni, che l'importo delle sanzioni, al netto delle spese generali necessarie per attuare l'iniziativa di seguito descritta, non sia introitato dalla Regione, ma sia riconosciuto alla clientela-utenza del servizio regionale [...]"

Perfetto: non saranno le casse regionali a essere rimpinguate, ma saranno i portafogli degli utenti che non dovranno sborsare l'intera cifra. Ma cosa significa "al netto delle spese necessarie per attuare l'iniziativa"? Conoscendo la logistica degli scorsi anni, si tratta semplicemente della stampa di qualche manifesto da affiggere nelle bacheche delle 155 stazioni del territorio regionale nonché presso i punti vendita, della stampa della modulistica da mettere a disposizione nelle biglietterie qualora l'utente non l'abbia scaricata dalla pagina della Divisione Trasporti Regionale (http://www.trenitalia.com/cms/v/index.jsp?vgnextoid=0c086fc8c685a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD), forse la predisposizione di qualche annuncio in stazione e a bordo dei treni, un paio di persone fra le risorse interne da impegnare nell'aggiornamento del software delle biglietterie per l'emissione degli abbonamenti e nella rendicontazione degli importi. Quanto può costare tutto ciò? E' presto detto! Qualche riga più sotto si legge:
"Sull'importo complessivo di € 1.520.397,90 , derivante dall'applicazione delle penali per il mancato rispetto degli obblighi contrattuali come su esposti, sarà riconosciuto a Trenitalia S.p.A., gestore del servizio, un importo del 4%, conformemente a quanto previsto anche all'art. 13 comma 4 nel contratto Lotto 1, pari ad € 60.815,92 , di cui € 5.000,00 da corrispondere da parte di Trenitalia S.p.A. a La Marca S.p.A., a titolo di rimborso per le spese generali che gli stessi dovranno sostenere per la gestione delle attività correlate all'iniziativa di indennizzo che qui si dispone."

In parole povere, secondo una norma contenuta nel Contratto di Servizio, qualora la Regione multi Trenitalia, quest'ultima ha diritto di vedersi corrisposto il 4% dell'importo (pari quest'anno ad oltre 60 mila Euro) per la gestione dell'indennizzo.

Ora scusate, ma c'è qualcosa di poco chiaro e pieno di controsensi in tutto ciò. L'ente pubblico fa un contratto con l'impresa privata per la gestione del servizio. Nel contratto vengono accettati dalle parti dei parametri di qualità che sono stati di fatto stabiliti dal privato. I parametri di qualità e i relativi dati vengono monitorati e forniti prevalentemente dal controllato. L'ente pubblico, sulla base di questi, commina la sanzione all'impresa privata che la dovrà pagare, ma allo stesso corrisponde alla stessa impresa una parte della sanzione affinché essa stessa la paghi. In conclusione, chi mette i soldi? Ovviamente, ancora una volta, il cittadino-utente che vede oltre 60 mila Euro che gli spetterebbero di diritto impegnati per sperare nella restituzione degli altri 1400 mila rimasti sul piatto. Cornuti e mazziati.