Davide | Articoli | 28/03/2013 | PDF

Il biglietto unico (quello vero)

PADOVA - Ormai è tempo di parlare seriamente di integrazione tariffaria in Veneto. Cominciamo dalle basi: cos'è il biglietto unico? Come si acquista e come si usa? Ma soprattutto: perchè da noi non c'è?

Un viaggio comodo col biglietto integrato

Questo articolo inizia con un viaggio.
Appena arrivati alla stazione di destinazione ci è stato proposto l'acquisto della "Carta vacanze" valida in tutta la regione. Costa come 7 corse singole di autobus, e questo ci spaventava, però ha le seguenti caratteristiche:


più una serie di sconti su servizi non di trasporto, come noleggi o centri benessere.

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Da ignoranti pensavamo di comprare solo 2 biglietti dell'autobus, andare dove dovevamo andare e poi muoverci a piedi; invece abbiamo speso un po' di più ma abbiamo potuto spostarci liberamente in tutta la regione, visitando posti stupendi.

Questo tipo di biglietto ha validità giornaliera, quindi va obliterato la prima volta che si usa per indicare che quello è un giorno di validità. Dopodichè lo si infila in tasca e lo si dimentica: si scende dal bus e si sale sul treno, si scende dal treno e si prende un altro treno, tutte le volte che si vuole, senza perdere neanche un minuto: di fatto per una settimana di viaggio siamo andati in biglietteria solo 5' il primo giorno! Comodo, no?

C'è il trucco? Si... anzi no!

Il viaggio di cui sopra si è svolto in Svizzera, la regione menzionata è il Canton Vallese. Quando raccontiamo questa storia la risposta è sempre la stessa: eh ma non vuol dire, gli Svizzeri hanno i soldi, in Italia non si può fare. Ma come, non possiamo copiare le idee che funzionano? No, ci dicono, "noi non abbiamo i soldi".

Davvero non si può fare?

Certo che si può fare! Lo hanno già fatto in Lombardia!

Lombardia. Nazione: Italia; statuto: ordinario; geografia: il ricco Nord; governo politico: PdL prima, Lega adesso.
Una situazione identica a quella del Veneto.

In Lombardia esiste IVOL - Io Viaggio Ovunque Lombardia:

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Vale su tutti i treni regionali, su tutte le metropolitane lombarde, su tutte le tranvie lombarde, su tutti gli autobus lombardi e su tutte le linee di navigazione di competenza regionale. Lo compri una volta sola e poi giri, giri, giri. Vai dove devi andare con un solo biglietto.

Alla faccia di "non si può fare".

In Veneto? Siamo ancora al Medioevo

In Veneto l'Assessore Renato Chisso dice che "non si può fare". Dopo aver speso anni in fantomatiche sperimentazioni tecniche nel 2010 è arrivato un "via libera" per non si sa bene cosa, visto che poi non è partito niente. Non solo, ma a metà 2012 in Consiglio Comunale a Vittorio Veneto lo stesso Assessore ha dichiarato che non ci può essere integrazione tra biglietti se non c'è integrazione tra vettori... come se l'unico modo di coordinare due aziende pubbliche fosse quello di fonderle.

Sull'argomento ci sono due grandi luoghi comuni totalmente falsi; questi luoghi comuni sono stati via via propagandati dai vari responsabili per giustificare la propria totale inattività.

Luogo comune #1: bisogna fondere le aziende
Falso, totalmente falso: chi lo afferma sa di mentire e prende in giro i cittadini. Le aziende vanno coordinate, non fuse. In tutta Europa esistono biglietti integrati che valgono sui mezzi di decine di aziende diverse, e nessuno ha mai pensato di fonderle: non serve, è un falso problema. Tutte le aziende di trasporto sono finanziate con contributi regionali; la competenza nella pianificazione dei servizi e delle tariffe è della Regione. Se la Regione Veneto non vuole "disturbare" le aziende che finanzia è una scelta politica; in Lombardia invece hanno scelto di fare gli interessi dei cittadini più di quelli delle aziende, e adesso hanno il biglietto integrato.

Luogo comune #2: bisogna investire nelle tessere magnetiche
Sciocchezze. La tecnologia aiuta, ma non è indispensabile. In Germania hanno i biglietti integrati cartacei; in Svizzera hanno i biglietti integrati cartacei; in Lombardia hanno i biglietti integrati cartacei; in Veneto invece aspettiamo di stampare milioni di tessere magnetiche. Saranno contenti i produttori dei nuovi sistemi elettronici, a cambiare tutte le obliteratrici con i nuovi modelli si faranno dei gran begli affari.
Anche all'estero e in Lombardia esistono le tessere magnetiche, ma sono degli accessori, non un requisito indispensabile.

Ma poi, anche avendo le tessere, cosa cambia? Se non c'è organizzazione non cambierà niente: invece di avere dieci biglietti cartacei avremo dieci tessere magnetiche. Il problema non è se il biglietto sia di carta o magnetico, il problema è farlo valere per diverse aziende, e questo è un lavoro che deve fare la Regione Veneto.

Perchè le tessere magnetiche da qualche parte le avremmo già; costano decine di euro al cittadino per l'emissione, costano milioni di euro alle istituzioni per gli impianti. Ma senza coordinamento ecco che l'investimento viene buttato alle ortiche. Pensiamo ad un viaggio Padova - Mestre, bus + treno + bus: 30 km di viaggio, tre aziende diverse, tre tessere magnetiche diverse, tre code in tre biglietterie diverse.

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In Lombardia avremmo percorso gli stessi km, con tre aziende diverse, ma un solo biglietto (cartaceo) comprato andando una sola volta in biglietteria.

Andiamo con i gamberi

Quello che manca non è la società unica; quello che manca non è la tecnologia; quello che manca invece è la volontà politica di riunire i soggetti interessati e dire "da oggi si fa così". Serve un ufficio regionale che coordini i servizi e ripartisca gli incassi dei biglietti integrati sulla base dei servizi svolti. Si badi bene, non c'è bisogno di creare niente di totalmente nuovo: già oggi le aziende di trasporto ricevono contributi regionali, la ripartizione degli incassi del biglietto integrato non deve fare altro che innestarsi sopra ai meccanismi esistenti.
La Regione Veneto già oggi se volesse potrebbe coordinare i servizi: possiede tutti gli strumenti normativi e finanziari per riorganizzare corse e tariffe. E se non sa come fare basta una telefonata all'Ufficio Mobilità della Regione Lombardia. Se non lo fa, è per una precisa scelta politica.

Concludiamo con una cattiva notizia: quel poco di integrazione che c'era a livello locale sta pian piano sparendo, nel totale disinteresse della Regione.
Agli studenti non rimane che protestare, ma ormai è fatta.

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Gli studenti hanno affisso cartelli di protesta in stazione a Padova per denunciare lo stato di abbandono organizzativo del trasporto pubblico in città ed in Regione.

In mezza Europa hanno i biglietti integrati, a cominciare dalla Germania. In Svizzera hanno i biglietti integrati. In Lombardia hanno i biglietti integrati. Anche a Napoli hanno i biglietti integrati. Perchè in Veneto ci raccontano scuse?