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La delibera è stata pubblicata il 26 febbraio 2013 sul Bollettino Ufficiale Regionale (BUR) ed in sintesi approva i risultati di uno studio (si noti: per ora è uno studio) per la riorganizzazione dell'orario regionale ferroviario del Veneto, secondo una logica di Orario Cadenzato. Negli allegati è descritta in dettaglio la struttura proposta; in questo primo articolo esaminiamo il testo della delibera. Essa inizia con una introduzione contestuale a cura dell'Assessore Renato Chisso. Saltiamo subito ai passaggi meritevoli di commento; in corsivo il testo originale. "Le indagini condotte dalla Regione del Veneto sui comportamenti di mobilità evidenziano il forte legame delle scelte modali degli individui con le caratteristiche, in termini di accessibilità, della destinazione finale dello spostamento. La prossimità della stazione ferroviaria alla destinazione risultava essere una condizione determinante per l’utilizzo del treno mentre emergeva lo scarso utilizzo del treno integrato con il trasporto pubblico locale." Il treno oggi non è affatto integrato con il trasporto pubblico locale perchè la Regione non ha mai fatto nulla in questo senso; i viaggiatori percepiscono il treno come un mezzo a sé stante quindi è ovvio che lo usino solo se la destinazione è vicina ad una stazione, non serviva uno studio per capirlo. Non è che i Veneti siano geneticamente incapaci di scendere dal treno e prendere il bus, però il bus deve arrivare in stazione agli orari giusti. Spetta alla Regione organizzare questi aspetti, ma negli ultimi 12 anni non l'ha fatto. Ora si afferma la volontà di cambiare rotta, ma una integrazione treno/TPL locale era già prevista nei piani SFMR del 2001. Noi intanto aspettiamo e andiamo in macchina. In riferimento agli "indirizzi generali di policy" ovvero "quello che bisognerebbe fare" leggiamo:
Ha senso? Si e no.
Ovvero: dobbiamo portare gli autobus ai treni e dobbiamo coordinarne gli orari. Semplice, ovvio, facile. Già previsto nei piani SFMR del 2001. Dopo 12 anni la Regione Veneto è arrivata a decidere di nuovo la stessa cosa. Con riferimento al punto precedente, facciamo notare che se si decidesse di smembrare le stazioni centrali per inventare dal nulla dei nodi periferici, sarebbe enormemente più difficile e costoso integrare le reti esistenti con i nuovi nodi. Che infatti sarebbero virtuali: i nodi esistono già e sono le grandi stazioni di città, non c'è niente da spostare o reinventare, a meno che non si vogliano proprio buttare i soldi. Citiamo, riassumendo, le azioni che l'amministrazione regionale si propone di attuare: "Le azioni fondamentali per la realizzazione e l’effettiva attivazione di un sistema ferroviario metropolitano sono state, sono e saranno di diverso ordine e natura: La Regione Veneto dichiara di volere, nell'ordine: 1. realizzare nuovi binari, 2. comprare nuovi treni, 3. modificare l'orario e 4. uniformare le tariffe. Sono tutti elementi utili ed interessanti ma l'ordine è completamente sbagliato. Con il modello sbagliato che la Regione ha usato fino ad oggi, abbiamo speso centinaia di milioni di euro per avere nel 2013 un servizio quasi identico a quello del 2000. "La Regione del Veneto, in collaborazione anche con RFI, ha completato la quasi totalità degli interventi infrastrutturali nell'area centrale veneta per un valore di oltre 640 milioni di Euro ed ha in corso di realizzazione quelli nelle aree limitrofe; la Regione ha acquistato una nuova flotta di treni per un valore di oltre 123 milioni di Euro la cui effettiva consegna è previsto si concluda entro il 2013; la Regione inoltre ha finanziato, per un valore di circa 17 milioni di Euro, sistemi interoperabili di bigliettazione elettronica ed infomobilità presso le maggiori aziende di trasporto su gomma del Veneto." Sembra che i punti siano stati seguiti: infrastrutture pronte, treni ordinati, orario oggetto della presente delibera, biglietto interoperabile. Non è proprio così. Infrastrutture: sono pronte per modo di dire. Cosa si è fatto davvero per migliorare la circolazione? Il nodo di Mestre è stato riorganizzato, la Mestre - Padova raddoppiata grazie ai progetti di Alta Velocità, parte della linea dei Bivi è stata riaperta ad uso merci. E poi? Tanti sottopassaggi e parcheggi, utili agli automobilisti ma che potenziano di poco o nulla la capacità ferroviaria. Idem per i marciapiedi rialzati: sono belli ma inutili se il treno non c'è. Andiamo per ordine. Treni: sono stati ordinati... 24 treni. Ventiquattro convogli per 5 milioni di Veneti; è un inizio o poco più, non certo la soluzione. Alcuni serviranno a sostituire mezzi arrivati a fine vita, come le ALe 801, e il loro numero sembra ancora più basso se si pensa che solo due dei nuovi acquisti sono diesel. Tutte le linee di montagna in Veneto si basano sulla trazione diesel, con mezzi che invecchiano anno dopo anno senza che ci sia un programma di sostituzione; è chiaro che si tira a campare senza veri investimenti. Biglietto elettronico: da solo è inutile. Non abbiamo bisogno di tessere magnetiche, abbiamo bisogno di biglietti che valgano in tutto il Veneto, sono due cose diverse. ACTV e APS sono passate alle tessere magnetiche con grandi investimenti, con il risultato che rimangono due sistemi indipendenti con tariffe diverse ed orari scoordinati. La Regione Lombardia invece ha organizzato il biglietto unico senza fondere niente. Vale su tutti i mezzi pubblici della Lombardia: treni, bus, tram, metro... si chiama IVOL - Io Viaggio Ovunque Lombardia ed è anche cartaceo. Fantascienza? No, buona amministrazione. Verso la fine della delibera si elencano alcuni problemi dell'attuale offerta: "l'offerta ferroviaria si è, nel tempo, sviluppata ricercando la massima rispondenza alla domanda nelle ore di punta; ...rigidezza del sistema ...non efficiente utilizzo del materiale rotabile disponibile; Insomma si è finalmente capito che il trasporto pubblico deve essere per tutti, non basta organizzare un servizio di scuolabus per gli studenti alla mattina. E infatti altre Regioni a Statuto Ordinario sono già passate all'Orario Cadenzato. "Lo studio ha colto l’opportunità di estendere la proposta subito a tutto il territorio regionale evolvendosi rispetto all’impostazione originaria del progetto del S.F.M.R. che prevedeva un servizio inizialmente limitato alla sola area del Veneto centrale." Tradotto: l'SFMR è morto, adesso pensiamo a qualcosa di più serio per tutto il Veneto.
Queste conclusioni sono già presenti nel Piano Regionale dei Trasporti della Regione Lombardia, anno 1982: meglio tardi che mai. Tanto per dare una idea, ad oggi abbiamo linee con solo servizi lenti (Verona - Padova) o solo servizi veloci (Rovigo - Venezia), vedi il nostro recente articolo sulla linea Padova - Mestre. "Il sistema dei regionali lenti è previsto, laddove possibile, che s'interconnetta nelle stazioni nodo con il sistema dei regionali veloci e i servizi della lunga percorrenza; tali stazioni potranno così divenire, in un’ottica di riorganizzazione dei servizi di trasporto pubblico nel suo complesso, i principali luoghi di rendez-vous con il sistema automobilistico di linea urbano e extraurbano." Tradotto: i diversi sistemi di trasporto pubblico devono interagire. Sembra così ovvio, c'è voluto uno studio... Vediamo infine cosa implica il provvedimento: "DELIBERA Il punto 4 in particolare è molto interessante perché di fatto afferma che non si vuole investire. Concludiamo sottolineando che quello approvato con la delibera è il risultato schematico di uno studio, soltanto uno studio: non esiste ancora un progetto attuativo. Si parla di Giugno e di Padova - Mestre, ma come da tradizione non c'è niente di sicuro e ufficiale. Sicuramente ci fa piacere leggere una presa di coscienza da parte di questa amministrazione, dopo anni passati a costruire sottopassaggi ignorando il servizio; siamo un po' titubanti nel riconoscere alla Regione le capacità (e la volontà) necessarie a gestire fino in fondo un tale cambiamento: il progetto che ha assorbito risorse negli ultimi 12 anni è stato abbandonato senza aver prodotto risultati significativi, quello nuovo sarà gestito dalle stesse identiche persone, dall'Assessore ai tecnici. Finora abbiamo illustrato la delibera che approva lo studio; nei prossimi articoli illustreremo la struttura prevista per la rete veneta, linea per linea, con le nostre riflessioni.
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